La Cassazione a Sezioni Unite (12 marzo 2015, n. 4949) è tornata recentemente a pronunciarsi in merito alla natura (non retributiva) dei contributi versati ai fondi di previdenza integrativa. La conseguenza è che gli stessi non devono essere computati nel trattamento di fine rapporto.
Annosa questione, già in passato affrontata, sempre dalla Cassazione a Sezioni Unite e ora nuovamente e forse, definitivamente, risolta con la più recente decisione.
Afferma la Cassazione che, i versamenti effettuati dal datore di lavoro ai fondi di previdenza complementare hanno – a prescindere dalla natura del soggetto destinatario della contribuzione e, pertanto, sia nel caso in cui il fondo abbia una personalità giuridica autonoma, sia in quello in cui esso consista in una gestione separata nell’ambito dello stesso soggetto datore di lavoro – natura previdenziale e non retributiva e non sussistono pertanto i presupposti per l’inserimento dei suddetti versamenti nella base di calcolo delle indennità collegate alla cessazione del rapporto di lavoro.
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